
Innesto gengivale: cos’è, come funziona e quando farlo
La salute delle gengive è una componente essenziale del benessere orale e, più in generale, della salute dell’intero organismo. Gengive forti e sane non solo proteggono i denti, ma contribuiscono anche a una migliore qualità della vita, favorendo una corretta masticazione, un bel sorriso e un’igiene orale più efficace. Tuttavia, a causa di vari fattori, le gengive possono ritirarsi o danneggiarsi nel tempo. In questi casi, l’innesto gengivale si presenta come una delle soluzioni più efficaci e durature. Questo intervento di chirurgia gengivale mira a correggere le recessioni gengivali, proteggere le radici dei denti e favorire la rigenerazione delle gengive, restituendo salute, funzionalità e armonia estetica alla bocca. In questo articolo approfondiamo tutti gli aspetti legati all’innesto gengivale, dalla definizione alle tecniche, fino al recupero post-operatorio.
Cos'è l’innesto gengivale
L’innesto gengivale è un intervento di chirurgia gengivale che consiste nel trapianto di tessuto gengivale sano in un’area della bocca dove la gengiva si è ritirata o è stata compromessa da infezioni, traumi o altre patologie. La recessione gengivale può esporre le radici dei denti, rendendoli più sensibili al caldo, al freddo e agli stimoli meccanici, oltre ad aumentare il rischio di carie radicolari e danni strutturali. Tra le cause principali vi sono le malattie parodontali, l’uso di tecniche scorrette di spazzolamento, il bruxismo, il fumo e persino fattori genetici. Con l’innesto gengivale, il tessuto viene generalmente prelevato dal palato o da altre aree del cavo orale, e posizionato chirurgicamente nella zona interessata. L’obiettivo è promuovere la rigenerazione delle gengive, proteggere le radici e migliorare sia la funzionalità che l’estetica del sorriso. La procedura viene eseguita in anestesia locale e, se seguita da un’adeguata igiene e controlli periodici, può garantire risultati stabili e duraturi.
Tipi di intervento
L’innesto gengivale può essere effettuato con diverse tecniche, a seconda del caso clinico, dell’estensione della recessione e della quantità di tessuto disponibile nel sito donatore. Ogni approccio ha caratteristiche specifiche e viene scelto dal professionista sulla base della situazione individuale del paziente.
Innesto gengivale libero
Questo tipo di chirurgia gengivale è tra i più utilizzati nei casi in cui sia necessario aumentare la quantità di tessuto cheratinizzato (gengiva aderente) in una zona dove è completamente assente. Il chirurgo preleva un sottile strato di tessuto epiteliale dal palato, che viene poi trapiantato nella zona da trattare. È una tecnica efficace per coprire superfici dentali scoperte, migliorare la resistenza delle gengive e prevenire ulteriori recessioni. Il sito donatore, di solito il palato duro, guarisce rapidamente, e grazie all’esperienza dell’operatore, le complicazioni sono ridotte al minimo. L’intervento è spesso utilizzato in pazienti con gengive molto sottili o con elevate esigenze di rigenerazione gengive.
Innesto di connettivo
L’innesto di tessuto connettivo rappresenta una delle tecniche più moderne e meno invasive nella chirurgia gengivale. In questo caso, il tessuto prelevato dal palato è costituito solo dalla parte interna (connettivale) e viene inserito sotto un lembo di gengiva sollevato nell’area da trattare. Questa tecnica permette una guarigione più rapida e meno dolorosa rispetto all’innesto libero e risulta particolarmente efficace nei casi in cui la recessione gengivale riguarda le radici dei denti anteriori, dove l’aspetto estetico è molto importante. L’innesto gengivale con tessuto connettivo è indicato anche per migliorare la simmetria gengivale e supportare i tessuti intorno a impianti dentali, contribuendo alla rigenerazione gengive in modo naturale e armonico.
Innesto mucoso
L’innesto mucoso è una tecnica alternativa in cui il tessuto non viene prelevato dal palato, ma da altre zone della mucosa orale, come l’interno del labbro. Questo tipo di innesto può essere indicato in pazienti che non hanno tessuto sufficiente nel palato o che presentano condizioni particolari che rendono controindicato il prelievo da quella zona. L’innesto gengivale mucoso è una procedura generalmente meno invasiva, adatta a casi lievi o come trattamento di mantenimento per pazienti che hanno già effettuato altre procedure di chirurgia gengivale in passato. Nonostante sia meno comune, può risultare efficace nella gestione di recessioni multiple e diffuse.
Chirurgia rigenerativa
La chirurgia gengivale rigenerativa è un approccio più complesso ma altamente innovativo, basato sull’impiego di biomateriali come membrane riassorbibili, fattori di crescita o innesti ossei per stimolare la rigenerazione naturale dei tessuti parodontali. Questa tecnica non si limita a coprire le radici esposte, ma punta a rigenerare l’intera struttura di supporto del dente, inclusi osso e legamento parodontale. È particolarmente indicata nei casi più gravi di parodontite avanzata, dove è necessaria una rigenerazione delle gengive profonda e strutturata. Può essere associata anche ad altre tecniche di innesto per migliorare l’esito complessivo.
Quando è consigliato
L’innesto gengivale non è un intervento esclusivamente estetico, ma risponde a una serie di reali esigenze funzionali. Viene generalmente raccomandato in presenza di:
- Recessione gengivale marcata, che lascia esposte le radici dei denti, rendendoli vulnerabili a carie, sensibilità e usura;
- Gengive sottili o fragili, che non offrono sufficiente protezione alla dentatura e tendono a ritirarsi nel tempo;
- Perdita di tessuto gengivale causata da patologie parodontali o da interventi precedenti;
- Supporto a impianti dentali, per migliorare la stabilità e la resa estetica del lavoro implantare;
- Prevenzione di future infezioni gengivali, migliorando l’adesione del tessuto e la sua resistenza ai batteri.
L’innesto gengivale è indicato anche per pazienti che vogliono migliorare il proprio sorriso, soprattutto in caso di dislivelli evidenti delle gengive o denti che appaiono troppo lunghi a causa del ritiro gengivale. La valutazione iniziale da parte di uno specialista in chirurgia gengivale è fondamentale per determinare la soluzione più adeguata in base alle caratteristiche cliniche individuali.
Recupero e risultati attesi
Il recupero da un’innesto gengivale dipende da vari fattori, tra cui il tipo di intervento eseguito, l’estensione dell’area trattata e la risposta individuale del paziente. Nei primi giorni è comune avvertire gonfiore, fastidio o una leggera sensibilità, ma tali sintomi possono essere facilmente gestiti con farmaci prescritti e una corretta igiene orale.
È essenziale seguire le indicazioni post-operatorie fornite dal dentista, che possono includere una dieta morbida, l’uso di collutori antibatterici, l’astensione dal fumo e il controllo dell’igiene senza traumatizzare l’area interessata. In genere, la guarigione completa dell’innesto gengivale richiede da due a quattro settimane, ma i primi miglioramenti possono essere visibili già dopo pochi giorni.
I risultati ottenuti sono duraturi e soddisfacenti sia dal punto di vista funzionale che estetico. Il trapianto di tessuto contribuisce alla rigenerazione delle gengive, coprendo le radici esposte e rafforzando la gengiva, riducendo sensibilità e rischio di infezioni. In molti casi, il miglioramento del sorriso e della salute orale complessiva è evidente e apprezzabile anche nel lungo termine.
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